Psicologia Psicoterapia Agrigento
Giacinto Marco Rondelli
La Schizofrenia
La Schizofrenia è uno dei disturbi mentali più complessi. La caratteristica fondamentale di questa patologia è che le persone schizofreniche, lungo il decorso della malattia, vivono quasi costantemente una realtà irreale. Tale disturbo è inserito all’interno della sezione “Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici” del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – Quinta Edizione (DSM-5).
Di seguito, sono elencati i criteri diagnostici della schizofrenia:
A. Due (o più) dei seguenti sintomi, ciascuno presente per una parte di tempo significativa durante un periodo di 1 mese (o meno se trattati efficacemente). Almeno uno di questi sintomi deve essere 1), 2) o 3):
1. Deliri.
2. Allucinazioni.
3. Eloquio disorganizzato (per es., frequente deragliamento o incoerenza).
4. Sintomi negativi (cioè diminuzione dell’espressione delle emozioni o abulia).
B. Per una significativa parte di tempo dall’esordio del disturbo, il livello del funzionamento in una o più delle aree principali, come il lavoro, le relazioni interpersonali, o la cura di sé, è marcatamente al di sotto del livello raggiunto prima dell’esordio (oppure quando l’esordio è nell’infanzia o nell’adolescenza, si manifesta l’incapacità di raggiungere il livello atteso di funzionamento interpersonale, scolastico o lavorativo).
C. Segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi. Questo periodo di 6 mesi deve comprendere almeno 1 mese di sintomi (o meno se trattati efficacemente) che soddisfano il Criterio A (cioè fase attiva dei sintomi), e può comprendere periodi di sintomi prodromici o residui. Durante questi periodi prodromici o residui, i segni del disturbo possono essere evidenziati soltanto da sintomi negativi oppure da due o più sintomi elencati nel criterio A presenti in forma attenuata (per es., convinzioni stravaganti, esperienze percettive inusuali).
D. Il disturbo schizoaffettivo e il disturbo depressivo o il disturbo bipolare con caratteristiche psicotiche sono stati esclusi perché 1) non si sono verificati episodi depressivi maggiori o maniacali in concomitanza con la fase attiva dei sintomi, oppure 2) se si sono verificati episodi di alterazione dell’umore durante la fase attiva dei sintomi, essi si sono manifestati per una parte minoritaria della durata totale dei periodi attivi e residui della malattia.
E. Il disturbo non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o a un’altra condizione medica.
F. Se c’è una storia di disturbo dello spettro dell’autismo o di disturbo della comunicazione a esordio infantile, la diagnosi aggiuntiva di schizofrenia viene posta soltanto se sono presenti per almeno 1 mese (o meno se trattati efficacemente) allucinazioni o deliri preminenti, in aggiunta agli altri sintomi richiesti della schizofrenia.
Specificare la gravità attuale:
La gravità viene stimata attraverso una valutazione quantitativa dei sintomi primari delle psicosi, compresi deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento psicomotorio anormale e sintomi negativi. Ognuno di questi sintomi può essere valutato per la sua gravità attuale […]
Riguardo il tipo di intervento che può risultare utile per il disturbo di schizofrenia, è quello di un necessario supporto psicofarmacologico oltre che psicoterapeutico.
Fonte: American Psychiatric Association,Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 2014, Edizione Raffaello Cortina, Milano
P.S. L’intento di questo articolo come del resto di tutti gli altri, è quello di fare conoscere e/o approfondire argomenti di varia natura. Queste informazioni hanno soltanto uno scopo illustrativo e non sono utili per fare auto-diagnosi. Molte altre informazioni su questo tema, come su altri, sono volutamente omesse perché specifiche di una analisi dettagliata che possono attuare soltanto i professionisti del settore.
Giacinto Marco Rondelli
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Dr. Giacinto Marco Rondelli - Psicologo Psicoterapeuta
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