Psicologia Psicoterapia Agrigento
Giacinto Marco Rondelli
Il Disturbo Disforico Premestruale
Nell’ultimo aggiornamento e pubblicazione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – Quinta Edizione (DSM-5), all’interno dei Disturbi Depressivi, è stato inserito il Disturbo disforico premestruale.
I Criteri per la diagnosi sono:
A. Nella maggior parte dei cicli mestruali, almeno cinque sintomi devono essere presenti nella settimana precedente le mestruazioni.
B. Uno (o più) dei seguenti sintomi deve essere presente:
1. Marcata labilità affettiva (per es., sbalzi di umore; sentirsi improvvisamente tristi o tendenti al pianto, oppure aumentata sensibilità al rifiuto).
2. Marcata irritabilità o rabbia oppure aumento dei conflitti interpersonali.
3. Umore marcatamente depresso, sentimenti di disperazione o pensieri autocritici.
4. Ansia marcata, tensione e/o sentirsi con i nervi a fior di pelle.
C. Uno (o più) dei seguenti sintomi deve essere presente in aggiunta, per il raggiungimento del totale di cinque sintomi quando combinati con i sintomi del Criterio B qui sopra:
1. Diminuito interesse nelle attività abituali (per es., lavoro, scuola, amici, hobby).
2. Difficoltà soggettiva di concentrazione.
3. Letargia, facile faticabilità o marcata mancanza di energia.
4. Marcata modificazione dell’appetito; sovralimentazione; o forte desiderio di cibi specifici.
5. Ipersonnia o insonnia.
6. Senso di sopraffazione o di essere fuori controllo.
7. Sintomi fisici come indolenzimento o tensione del seno, dolore articolare o muscolare, sensazione di “gonfiore” oppure aumento di peso.
Nota: I sintomi nei Criteri A-C devono essere stati soddisfatti per la maggior parte dei cicli mestruali che si sono verificati nell’anno precedente.
D. I sintomi sono associati a disagio clinicamente significativo o a interferenza con il lavoro, la scuola, le consuete attività sociali, oppure nelle relazioni con gli altri (per es., evitamento di attività sociali; diminuzione della produttività e dell’efficienza su posto di lavoro, a scuola o a casa).
E. L’alterazione non è solamente l’esacerbazione dei sintomi di un altro disturbo, come un disturbo depressivo maggiore, un disturbo di panico, il disturbo depressivo persistente (distimia) o un disturbo di personalità.
F. Il Criterio A dovrebbe essere confermato da valutazioni prospettiche quotidiane per almeno due cicli sintomatici.
G. I sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica.
Dunque, quali sono le caratteristiche essenziali?
• Come da titolo, deve presentarsi durante la fase premestruale del ciclo, e diminuire/cessare all’insorgenza delle mestruazioni o poco dopo.
• Devono avere un effetto negativo sul funzionamento lavorativo e sociale.
• È presente una accentuata precarietà dell’umore con sbalzi emotivi intensi.
• Devono essere esclusi altri disturbi o patologie.
Ci sono altri disturbi simili a quello disforico premestruale?
Bisogna non confondere il disturbo disforico premestruale dalla sindrome premestruale. La differenza sostanziale consiste nel fatto che nella sindrome premestruale possono non presentarsi i sintomi affettivi e dell’umore, mentre quelli fisici sì. Altra differenza è che per definirsi sindrome mestruale, i sintomi (quelli sopra esposti) possono essere minori di cinque rispetto al disturbo disforico premestruale.
Un altro disturbo per certi aspetti simile è la Dismenorrea. Si tratta di una sindrome che si manifesta con mestruazioni dolorose. La differenza sostanziale consiste nel fatto che i sintomi della dismenorrea hanno inizio con le mestruazioni, mentre quelli disforici premestruali prima del ciclo.
Cosa fare?
Prima di tutto, non auto-diagnosticarsi questo tipo di disturbo. Bisogna rivolgersi agli specialisti del settore come i ginecologi e descrivere dettagliatamente la tipologia dei sintomi. Loro sapranno cosa fare e individuare eventuali cure ormonali per stabilizzare l’umore durante la fase premestruale.
La conoscenza di questo disturbo ed una eventuale diagnosi di questo tipo, non dovrebbe generare una sorta di “profezia che si autoavvera”. La diagnosi deve essere utile per riconoscerla, affrontarla e curarla, non per “giustificare” passivamente e fatalmente i propri sbalzi di umore.
Fonte: American Psychiatric Association,Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 2014, Edizione Raffaello Cortina, Milano
P.S. L’intento di questo articolo come del resto di tutti gli altri, è quello fare conoscere e/o approfondire argomenti di varia natura. Queste informazioni hanno soltanto uno scopo illustrativo e non sono utili per fare auto-diagnosi. Molte altre informazioni su questo tema, come su altri, sono volutamente omesse perché specifiche di una analisi dettagliata che soltanto i professionisti possono agire.
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Giacinto Marco Rondelli
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Dr. Giacinto Marco Rondelli - Psicologo Psicoterapeuta
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