Psicologia Psicoterapia Agrigento
Giacinto Marco Rondelli
Gli attacchi di panico
La caratteristica essenziale di un Attacco di Panico è un periodo preciso di paura o disagio intensi in assenza di vero pericolo accompagnati da almeno quattro (o più) dei seguenti sintomi:
1) palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
2) sudorazione
3) tremori fini o a grandi scosse
4) dispnea o sensazione di soffocamento
5) sensazione di asfissia
6) dolore o fastidio al petto
7) nausea o disturbi addominali
8) sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
9) derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
10) paura di perdere il controllo o di impazzire
11) paura di morire
12) parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
13) brividi o vampate di calore.
A livello tecnico, gli Attacchi di Panico, cosi come il Disturbo di Panico, sono classificati diagnosticamente all’interno dei Disturbi d’Ansia del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (IV edizione - TR text revision, Casa editrice Masson). Esistono tre tipi caratteristici di Attacchi di panico:
1. Attacchi di Panico inaspettati (non provocati), in cui la persona non associa l’esordio dell’attacco con un fattore scatenante situazionale interno o esterno (l’attacco a “ciel sereno”);
2. Attacchi di Panico causati dalla situazione (provocati), dove l’attacco si manifesta quasi invariabilmente, subito durante l’esposizione o nell’attesa di uno stimolo o fattore scatenante situazionale;
3. Attacchi di Panico sensibili alla situazione, simili a quelli causati dalla situazione, hanno la caratteristica di non presentarsi necessariamente subito dopo l’esposizione e non sono invariabilmente associati allo stimolo.
A livello psicologico e sociale, gli attacchi di panico scatenano piccoli e grandi cambiamenti nella vita quotidiana della persona colpita, oltre che delle persone affettivamente importanti che si prendono cura del “malcapitato”.
Generalmente, la prima diagnosi ufficiale di Attacchi di Panico, viene effettuata dopo la prima corsa in ospedale, dove la persona viene sottoposta ai primi esami cardiologici e respiratori. E’ una grande sorpresa scoprire che tutti i valori sono nella norma. Tale notizia assume un valore contrastante: da un lato, il fatto positivo che l’apparato fisiologico funziona correttamente, dall’altro, il fatto negativo di scoprire che la propria mente ha un potere lacerante su se stessa e sulla propria volontà.
Gli episodi successivi di attacchi di panico si presentano con la stessa intensità e la stessa imprevedibilità. La differenza rispetto al primo episodio, consiste nel fatto che i successivi sono attesi con grande paura ed ansia, effetti che iniziano a limitare e a compromettere il normale svolgimento della vita quotidiana.
Le persone che soffrono di attacchi di panico tendono:
1. ad evitare di stare da soli;
2. ad evitare di frequentare persone o situazioni che generano ansia;
3. ad avere a “disposizione” una o due persone di fiducia pronte, in qualsiasi momento o situazione, per la corsa in ospedale o dal medico di famiglia;
4. a ricercare farmaci, prodotti omeopatici o naturali da portare con sé per contrastare eventuali crisi;
1. a raccontare il loro malessere e, allo stesso tempo, evitare di ascoltare storie simili per paura di entrare troppo “nei panni dell’altro” e dunque far generare un nuovo attacco;
2. a raccogliere più informazioni possibili su internet o su quotidiani cartacei che trattano il tema del panico;
3. ad evitare di prendere mezzi (macchina, autobus, aerei, ecc.), percorrere tratti stradali (ponti, vie affollate e con traffico intenso, ecc.) e andare in luoghi (cinema, chiese, mercati, negozi, ecc.) che danno un senso di chiusura e impossibilità di fuga;
4. a cercare aiuto professionale dallo psicologo, psicoterapeuta, psichiatra e/o dalle associazioni che trattano il tema degli attacchi di panico.
Ad oggi, non si conoscono cause certe dello scatenarsi degli Attacchi di Panico. Esistono varie ipotesi teoriche che connettono il disturbo con ereditarietà genetica, lutti non elaborati, cambiamenti culturali e sociali, cambiamenti durante il ciclo di vita (per esempio dall’adolescenza all’età adulta), ecc.. Allo stesso tempo, in base alla linea teorica seguita dai professionisti, seguono linee di intervento differenti che hanno più o meno successo rispetto alla cura. Il termine utilizzato per definire tale disturbo: “attacco” ricorda molto quello utilizzato nelle battaglie e sicuramente non è un caso. Per utilizzare una metafora bellica, esistono due tipi di guerre in generale: 1) guerre fra Stati; 2) guerre civili. Se volessimo fare un paragone, l’attacco di panico è come una guerra civile. E’ una ribellione che si scatena all’interno del proprio Stato (essere), per manifestare un malessere che si diffonde su tutti i confini. Quello che può apparire come una differenza non di poco conto è che in una guerra civile si conoscono i motivi della
ribellione, mentre per l’attacco di panico, essa esce fuori dal nulla, in momenti dove si pensava di stare bene. L’esperienza clinica con persone che soffrono di attacchi di panico, ci ha offerto la possibilità di osservare che sotto l’apparenza di calma, c’erano segnali più o meno forti di disagio che accumulandosi, hanno poi trovato sfogo in una guerra civile chiamata appunto “attacco di panico”.
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Giacinto Marco Rondelli
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Dr. Giacinto Marco Rondelli - Psicologo Psicoterapeuta
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