Volto di Giacinto Marco Rondelli, Psicologo Psicoterapeuta AgrigentoPsicologia Psicoterapia Agrigento

Giacinto Marco Rondelli

Studio Psicologia Psicoterapia. Dr. Giacinto Marco Rondelli. Ansia da prestazione

Disturbo Depressivo Maggiore

 

 

Il disturbo depressivo maggiore presenta una serie di sintomi che trascinano la persona in un baratro nel quale tutto risulta buio e privo di significati. Nelle conversazioni, sentiamo spesso dagli altri frasi del tipo: “sono depresso/a”. Fortunatamente, nella maggioranza dei casi si tratta di una connessione fra il termine “depressione” con il sentimento di tristezza o malinconia. Nel caso di un disturbo depressivo maggiore, sfortunatamente, le cose si complessificano e si complicano per una serie di sintomi che compromettono significativamente la qualità della vita quotidiana di una persona.

Il disturbo depressivo maggiore viene descritto all’interno dei Disturbi depressivi del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – Quinta Edizione (DSM-5), con i seguenti criteri diagnostici:

 

A. Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è 1) umore depresso o 2) perdita di interesse o piacere.

Nota: Non comprendere sintomi chiaramente attribuibili a un’altra condizione medica.

1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riportato dall’individuo (per es., si sente triste, vuoto/a, disperato/a) o come osservato da altri (per es., appare lamentoso/a).

2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (come indicato dal resoconto soggettivo o dall’osservazione).

3. Significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi tutti i giorni.

4. Insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni.

5. Agitazione o rallentamento psicomotori quasi tutti i giorni (osservabile dagli altri; non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto/a o rallentato/a).

6. Faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni.

7. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi tutti i giorni (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per il fatto di essere ammalato/a).

8. Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni (come impressione soggettiva o osservata da altri).

9. Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico o un tentativo di suicidio o un piano specifico per commettere suicidio.

B. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

C. L’episodio non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o a un’altra condizione medica.

Nota: Risposte a una perdita significativa (per es., lutto, tracollo finanziario, perdite derivanti da un disastro naturale, una grave patologia medica o disabilità) possono comprendere sentimenti di intensa tristezza, ruminazione sulla perdita, insonnia, scarso appetito e perdita di peso, annotati nel criterio A, che possono assomigliare a un episodio depressivo. Nonostante tali sintomi possano essere comprensibili oppure considerati appropriati alla perdita, la presenza di un episodio depressivo maggiore in aggiunta alla normale risposta a una perdita significativa dovrebbe essere considerata attentamente. Questa decisione richiede inevitabilmente una valutazione clinica basata sulla storia dell’individuo e sulle norme culturali per l’espressione del disagio nel contesto della perdita.

D. Il verificarsi dell’episodio depressivo maggiore non è meglio spiegato dal disturbo schizoaffettivo, dalla schizofrenia, dal disturbo delirante e altri disturbi psicotici con altra specificazione o senza specificazione.

E. Non vi è mai stato un episodio maniacale o ipomaniacale.

Nel disturbo depressivo maggiore, possono essere associati i seguenti specificatori:

Con ansia;

Con caratteristiche miste;

Con caratteristiche melanconiche;

Con caratteristiche atipiche;

Con caratteristiche psicotiche congruenti all’umore;

con catatonia;

con esordio nel peripartum;

Con andamento stagionale.

Per quel che riguarda l’intervento, sarebbe auspicabile rivolgersi il prima possibile alle figure competenti (medico di famiglia, psichiatra, neurologo, psicologo, psicoterapeuta), già dai primi sintomi, in modo da cercare di prevenire il conclamarsi del disturbo. Nel caso in cui è presente un disturbo depressivo maggiore, è consigliato un intervento di tipo psicofarmacologico accompagnato da uno di tipo psicoterapeutico.

 

Fonte: American Psychiatric Association,Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 2014, Edizione Raffaello Cortina, Milano

 

P.S. L’intento di questo articolo come del resto di tutti gli altri, è quello di fare conoscere e/o approfondire argomenti di varia natura. Queste informazioni hanno soltanto uno scopo illustrativo e non sono utili per fare auto-diagnosi. Molte altre informazioni su questo tema, come su altri, sono volutamente omesse perché specifiche di una analisi dettagliata che possono attuare soltanto i professionisti del settore.

 

 

 

Giacinto Marco Rondelli

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