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Ho i Like quindi esisto

 

Ti è mai capitato di avere tra i contatti Facebook qualcuno che chiede esplicitamente di ricevere un “mi piace” al proprio stato?

Ad un primo impatto, può apparire come una richiesta assurda e un pizzico folle.

Analizzando la cosa da un punto di vista sociale e di vita reale, tutto ciò si ridimensiona e si normalizza. L’essere umano per vivere e sentirsi vivo, oltre ai fondamentali bisogni di base che provengono dall’esterno come il cibo, l’acqua e l’aria, necessita di essere riconosciuto e visto dagli altri. Pensiamo un attimo al momento della nascita.

Nel momento in cui il neonato esce fuori dalla pancia della madre, ha bisogno di aria per respirare, di nutrirsi e di essere riconosciuto, individuato, accettato come un essere che è vivo, che è presente. Ebbene, questi bisogni fondamentali permangono per tutto l’arco di vita di ogni persona e in ogni contesto.

Facebook è un contesto a tutti gli effetti. Questo luogo è stato costruito originariamente, con l’intento di condividere contenuti e mettere in relazione le persone. Fino a quando ciascuno di noi trascorreva un tempo limitato in questo luogo virtuale, veniva conservato l’intento originario. Oggi, il tempo che moltissime persone trascorrono sul social network è tantissimo. Fa parte della vita quotidiana a tutti gli effetti. Questo cambiamento del tempo vissuto in questo contesto ha anche modificato in qualche modo il concetto originario di condivisione e di relazione con le persone con quello di ricerca di approvazione e di conferme dell’essere visti, di esserci ed esistere.

Ovviamente, ciascuno ha un suo modo di presentarsi al mondo, così come ha più o meno bisogno di ricevere continui feedback e conferme dell’essere visti o fare ricordare agli altri di esistere.

Per esempio, a me piace ricordarti che esisto, pubblicando articoli come questo. :)

P.S. Ho voluto intenzionalmente introdurre questo tema, attraverso una forma leggera e superficiale. L’argomento è molto ampio e merita degli approfondimenti più dettagliati e seri che affronterò più avanti.

 

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Giacinto Marco Rondelli

 

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